Il pensiero filosofico di Schopenhauer
Il pensiero di Schopenhauer è contrassegnato in modo saliente dal pessimismo, dal platonismo e dalle filosofie orientali. I temi dell' irrazionalità e del pessimismo trattati dal filosofo anticipano la corrente di pensiero, il romanticismo, che si andrà sviluppando in Europa, soprattutto in Germania agli inizi dell'800.
Shopenhauer sostiene che non c'è un rapporto diretto tra realtà e percezione, e che tutto quello che il soggetto avverte dal suo rapporto con l'esterno appartiene alla rappresentazione del soggetto stesso. La volontà è il fondamento della rappresentazione.
La volontà tutto domina; muove l'individuo attraverso la speranza dell'appagamento nell'incessante bisogno che lo tormenta. Ma questa speranza di soddisfacimento è illusoria, perchè l'appagamento di un bisogno vede sorgere un altro bisogno, in una serie infinita, in modo che solo il sentimento del dolore è positivo, mentre il piacere è uno stato transitivo, negativo. L'unico modo per sfuggire al dolore è la liberazione della volontà che trova il suo essere attraverso la contemplazione dell'arte (poesia, pittura, architettura, scultura, musica). Soprattutto nella musica l'individuo può trovare la sua appagazione, mediante l'ascolto è possibile trovare la liberazione dal condizionamento materiale.
La soppressione del dolore dunque può essere assoluta solo dove viene soppressa la volontà. Questa concezione appartiene alla filosofia buddista, alla quale Schopenhauer sì è molto ispirato; Il Nirvana, ovvero lo stato di beatitudine, è raggingibile solo da coloro che si sono liberati della volontà.
L'amore è il più forte stimolo dell'esistenza, che ha come unico scopo l'accoppiamento e la procreazione; ma l'amore è responsabile della nascita di altre creature, che a loro volta saranno destinate a soffrire.